Il Progetto

La Direzione Generale per la Coesione del Ministero della Giustizia, in qualità di Organismo intermedio, realizza alcuni interventi volti al recupero delle competenze delle persone detenute.

Recenti studi hanno dimostrato che il tasso di recidiva è molto inferiore nei soggetti che durante il periodo di esecuzione della pena abbiano avuto l'opportunità di svolgere attività formative e lavorative. Ciò è determinato, prevalentemente, dal reinserimento nel tessuto produttivo conseguente all'acquisizione di professionalità richieste dal mercato del lavoro.

Il progetto, pertanto, prevede una razionalizzazione dell'attuale sistema delle lavorazioni, valorizzandone le potenzialità e introducendone delle nuove. Il fine è trasmettere ai detenuti le competenze e le professionalità necessarie a garantir loro una continuità lavorativa nel momento del ritorno in libertà.

Il progetto ha puntato, inoltre, aincentivare la dimensione lavorativa come alternativa concreta al reato, a partire dalla fase della detenzione (quale elemento di rieducazione) e fino alla fase post-detentiva (al fine di escludere il ricorso al crimine quale unico mezzo di sussistenza), attraverso la realizzazione di percorsi che favoriscano l'effettivo reinserimento socio-lavorativo al termine della pena.

L'approccio utilizzato è stato inter-istituzionale e sinergico a regia centrale. Fondamentali il metodo della concertazione e le attività di sensibilizzazione degli attori istituzionali coinvolti nell'inserimento socio-lavorativo dei detenuti.

L'obiettivo è stato creare una rete nazionale in grado di adeguarsi prontamente alle esigenze del mercato del lavoro così da favorire un più ampio reinserimento e ridurre la vulnerabilità dei soggetti che escono dal circuito carcerario.

Il Ministero della Giustizia, ispirandosi all'esperienza spagnola di C.I.R.E. (Centre d'Iniciatives para la Reinserciò) che ha ottenuto negli anni risultati di notevole interesse, ha inteso sperimentare un modello d'intervento sistemico ed innovativo, mai attuato nel nostro Paese.

A partire dai settori delle produzioni agricole e delle falegnamerie, è stata condotta una sperimentazione di percorsi di inserimento lavorativo intramurario di detenuti, finalizzata a individuare una o più modalità operative (modelli) per l'organizzazione efficace, innovativa e multidisciplinare delle attività lavorative dei detenuti che consenta loro l'acquisizione di competenze "spendibili" al termine del periodo di detenzione.

I percorsi integrati oggetto della sperimentazione hanno coinvolto gli operatori territoriali dei servizi al lavoro, dei servizi di inclusione e dei servizi formativi. Si è puntato, infatti, a rafforzare il rapporto tra i servizi di natura sociale e quelli di politica attiva del lavoro e a rendere più efficace l'azione amministrativa, anche attraverso un più ampio coordinamento tra amministrazioni centrali e amministrazioni regionali impegnate nell'implementazione di interventi di natura sociale.

Gli interventi sono stati curati dalle Regioni, in qualità di beneficiari, che hanno selezionato, attraverso procedure concorsuali, i soggetti attuatori.

 

 

 

 

Il 24 novembre 2022 si è tenuto a Lecce il Comitato di Pilotaggio. 

 

 

Contatti

Direzione generale per il coordinamento delle politiche di coesione / Ufficio II - Interventi politiche di coesione
mail: dgpolitichecoesione@giustizia.it