Piano Territoriale per una transizione giusta della Provincia di Taranto

Il Piano Territoriale della Provincia di Taranto, elaborato in coerenza e sinergia con il PR Puglia FESR-FSE+ 2021-2027 e con altri programmi territoriali, contiene la descrizione del processo di transizione, una valutazione delle sfide da affrontare e dei relativi effetti sociali, economici e ambientali, oltre che una descrizione delle tipologie di intervento da finanziare, focalizzandosi su tre ambiti principali:

  • Energia e ambiente
  • Diversificazione economica
  • Effetti sociali e occupazionali

L’economia tarantina è fortemente dipendente dal settore siderurgico ad alte emissioni di carbonio, tanto che Taranto è la città più inquinata d’Italia con il 9% delle emissioni totali di CO2 a livello nazionale.
Nell’area sono presenti, oltre ad Acciaierie d’Italia (AdI), altri 3 impianti ETS (ENI, Leonardo spa, Unicalce spa) che generano l’89% di emissioni di CO2 delle emissioni totali della provincia e sono tra i più inquinanti della Regione Puglia.

Il processo di decarbonizzazione in atto, mette a rischio posti di lavoro diretti e indiretti.

Gli elementi critici provenienti dal territorio, utili a sostanziare le scelte del PT sono rappresentate da:

  • perdite occupazionali
  • bassa natalità di PMI
  • elevato tasso di migrazione giovanile
  • carenza di servizi di cura e per l’infanzia
  • difficoltà di reperimento delle professioni tecniche

Il Piano Territoriale della Provincia di Taranto interviene per:

  • contrastare gli effetti della transizione, incrementando la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili per le imprese e le persone, intervenendo anche sulle situazioni di compromissione ambientale;
  • promuovere una diversificazione del sistema produttivo locale, orientata a contrastare gli effetti della transizione
  • mitigare gli effetti sociali ed occupazionali della transizione.

Con Decreto del 13 febbraio 2025 l’Autorità di Gestione del PN JTF ha approvato il Piano Esecutivo Provincia di Taranto presentato dalla Regione Puglia, in qualità di Organismo Intermedio del Programma.
Il documento di programmazione accompagnerà la decarbonizzazione del territorio e il processo di transizione economica, energetica e sociale di uno dei territori maggiormente coinvolti nella riconversione industriale.

Lo strumento si pone quale obiettivo strategico la creazione di nuove opportunità di crescita economica e occupazionale.

Il Piano Esecutivo prevede una serie di interventi chiave nelle seguenti macro aree:  
settori della produzione energetica da fonti rinnovabili, dello sviluppo della filiera dell'idrogeno, del sostegno alla ricerca e innovazione, della diversificazione economica e produttiva, del rafforzamento delle infrastrutture sociali e della formazione per i lavoratori e per i giovani, alle prese con le conseguenze dei processi di transizione.

Ambiente

  • produzione e stoccaggio di energia prodotta da fonti rinnovabili 
  • efficientamento energetico dei processi produttivi (impianti di produzione di idrogeno rinnovabile, nelle aree industriali del territorio e costituzione di CER);
  • progetti innovativi di ricerca per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno verde
  • interventi per il risanamento e la migliore fruizione del territorio ,da parte di cittadini e imprese, tra i quali la riqualificazione e il ripristino ambientale del sistema delle coste del Mar Grande e del Mar Piccolo ed il recupero di aree verdi, con il potenziamento della loro accessibilità e fruizione.

Diversificazione economica

  • investimenti di supporto al potenziale culturale e creativo del territorio, quali driver per un nuovo sviluppo economico
  • investimenti a supporto della filiera della mitilicoltura e interventi di ricerca collaborativa e trasferimento tecnologico

Rafforzamento delle competenze per la transizione e inclusione sociale

  • finanziamento dei percorsi di formazione continua, in favore dei target più colpiti dalla transizione, quali le fasce più vulnerabili della popolazione, con misure di sostegno al reddito familiare, di potenziamento dei servizi educativi, di cura e di conciliazione vita-lavoro e incremento delle infrastrutture sociali.