Linea progettuale 5

La linea 5 denominata “Sperimentazione, valutazione e diffusione di interventi psicoeducazionali,
cognitivi e psicosociali nella demenza”
, sebbene differente, presenta molti punti di
contatto con la Linea 1, in quanto una diagnosi precoce del Disturbo Neurocognitivo offre la
possibilità di intervenire anche a livello non-farmacologico.


Negli ultimi anni numerosi studi hanno evidenziato l’importanza delle terapie non-farmacologiche
nel Disturbo Neurocognitivo che comprendono approcci cognitivi, approcci multidominio, approcci
multi-strategici e approcci comportamentali e ambientali (quali musicoterapia, aromaterapia e
fototerapia). Tra i diversi interventi attuati nell’ambito delle Disturbo Neurocognitivo, gli approcci
cognitivi nelle fasi iniziali hanno mostrato evidenze di efficacia terapeutica nella stabilizzazione del
quadro clinico e nel mantenimento della funzionalità dei soggetti.
Nella letteratura più recente si fa riferimento all’intervento “centrato sulla persona” che si
contrappone al metodo per cui si applica un trattamento standardizzato a tutti i pazienti che
condividono il principale deficit. La filosofia su cui si basa l’orientamento centrato sulla persona è
particolarmente adatta per la cura del paziente con Disturbo Neurocognitivo e può utilizzarsi nei
diversi stadi della patologia, da lieve a moderato.


Difatti, l’intervento non farmacologico per le demenze, richiede premesse importanti relative sia
alla terminologia che ai presupposti neurobiologici. La natura neurodegenerativa e progressiva del
Disturbo Neurocognitivo rende difficile pensare che l’intervento possa permettere di ripristinare le
abilità compromesse con un ritorno a una situazione simile a quella premorbosa. Ciò che è
possibile è mantenere la situazione presente il più a lungo possibile o ridurre la disabilità legata
alla malattia evitandone il peggioramento.


In letteratura sono presenti numerosi tipi di intervento non-farmacologici, ciascuno con propri
specifici obiettivi e applicabile a diversi stadi di progressione della patologia. Quando si parla delle
fasi precoci e, quindi del Disturbo Neuro-cognitivo Minore, questi interventi mirano a rallentare e
idealmente bloccare la degenerazione ad uno stadio precoce, riducendo il rischio e ritardando la
conversione ad uno stadio conclamato di demenza (Disturbo Neurocognitivo Maggiore).

La linea-5 mira proprio alla sperimentazione e diffusione nei servizi territoriali di tali interventi,
in modo tale da renderli accessibili a tutti attraverso il Sistema Sanitario Nazionale (SSN).
In particolare, si prefigge tre obiettivi principali:

 

  • OS1: Loi sviluppo e implementazione di un protocollo di stimolazione, training cognitivo e riabilitazione funzionale condivisibile e trasferibile ad altri setting territoriali come Centri Diurni, servizi domiciliari e CDCD
  • OS2: Valutazione, implementazione e monitoraggio di interventi multidominio sui fattori di rischio modificabili analizzati nell’ obiettivo-3 della linea-1.
  • OS3: Attuazione di interventi psico-educazionali e di supporto per fornire una maggiore e migliore conoscenza della patologia e delle possibili difficoltà che il paziente e il caregiver potrebbero sperimentare nel decorso, andando a modificare le false credenze e gli stigmi sociali riguardo la malattia.