Istat. La politica di coesione e il mezzogiorno. Anni 2000-2021

Istat pubblica un focus sulla politica di coesione e il mezzogiorno relativo al periodo tra il 2000 e il 2021, in cui viene effettuata un'analisi sui processi di convergenza tra le regioni degli Stati membri dell’Ue, nell’ambito della politica di coesione, basata sull’andamento del Pil pro capite a parità di potere di acquisto. La politica di coesione rappresenta la principale politica di investimento dell’Unione europea e si pone l’obiettivo di ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle regioni per rafforzarne la coesione economica, sociale e territoriale.

Nel periodo 2000-2021 aumenta il divario delle regioni italiane destinatarie delle politiche di coesione rispetto alla media Ue27.
"Nel 2000 erano ben 10 le regioni italiane fra le prime 50 per Pil pro capite in ppa e nessuna fra le ultime 50. Nel 2021 fra le prime 50 ne sono rimaste solo quattro (Provincia autonoma di Bolzano/Bozen, Lombardia, Provincia autonoma di Trento e Valle d’Aosta/Vallée d'Aoste), mentre fra le ultime 50 ora se ne trovano ben quattro (Puglia, Campania, Sicilia e Calabria)".
"Il divario crescente in termini di reddito (misurato in Pil pro capite in ppa) fra le regioni italiane economicamente meno avanzate e l’Ue27, è spiegato interamente dal tasso di occupazione, inferiore alla media Ue di ben 20 punti percentuali. Soltanto nel corso dell’ultimo ciclo di programmazione 2014-2020 è divenuta determinante anche la produttività del lavoro inferiore alla media Ue27 di 9 punti percentuali".
"Nel corso degli ultimi quattro anni, favoriti dalla fase di investimenti post Covid, qualcosa però sembra essere parzialmente mutato: non solo parte di questi territori economicamente avanzati sembrano crescere ad un ritmo superiore alla media europea, ma anche intere regioni hanno fatto registrare crescite superiori alla media Ue. In particolare, si segnala il caso della Lombardia (+1,9% annuo), della Puglia e della Basilicata (rispettivamente +1,8% e +2,5%)".

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Pubblicato il 14 giugno 2023