Screening oncologici, Puglia tra le migliori nel Sud Italia per gli esami inclusi nei Lea

La Regione Puglia è tra le migliori regioni del Sud Italia nell’adesione ai programmi di screening oncologici. Il dato è emerso dal workshop “Digitalizzazione e innovazione nei programmi di prevenzione per la diagnosi precoce dei tumori” che ha riunito nella nostra regione i professionisti del settore.
Criticità, opportunità e sfide che l’innovazione digitale può portare al mondo della prevenzione oncologica. Sono i temi trattati durante la seconda edizione dell’incontro, organizzato dalla Regione Puglia, d’intesa con l’Osservatorio Nazionale Screening (ONS) e con la Federazione delle Associazioni degli Screening Oncologici (FASO).
La Regione Puglia è tra le migliori regioni del Sud Italia per i tre programmi di screening oncologici previsti dai livelli essenziali di assistenza (Lea), e per alcuni programmi ha performance simili ad alcune regioni del centro Italia.
Nel 2023 la Regione è riuscita a invitare tutta la popolazione avente diritto per lo screening cervicale e lo screening mammografico, mentre per il colon-retto non arriva al valore ottimale, ma è abbastanza vicina (84%).
Relativamente alla copertura degli esami, il 56% della popolazione avente diritto ha aderito allo screening cervicale, il 46% allo screening mammografico, mentre per lo screening del colon-retto la percentuale si attesta al 20%, valore non ottimale, come per la maggior parte delle Regioni del Sud. Si tratta di un programma di screening recente, partito nel 2019, che ha ampie prospettive di crescita.
“Bisogna ragionare sulle sfide che le innovazioni digitali portano all’attenzione degli stakeholder”, ha dichiarato Nehludoff Albano, dirigente del servizio Promozione della salute della Regione Puglia. Il confronto, secondo Albano consente di ottimizzare gli investimenti e migliorare i risultati che non solo gli operatori ma anche i cittadini si attendono.
Al workshop hanno partecipato Dirigenti del Ministero della Salute, Regioni e Aziende sanitarie, Comitato interregionale Prevenzione, società scientifiche riunite nella Faso e fornitori.
Secondo Paola Mantellini, Coordinatrice dell’Ons, Osservatorio nazionale screening, l’innovazione digitale è un discorso in divenire: “Abbiamo tante novità che bisogna validare – ha dichiarato –, come l’introduzione di innovazione tecnologica nei meccanismi di invito e di contatto con la popolazione. Ma non solo, pensiamo all’innovazione che possiamo introdurre in tutto il percorso rivolto ai cittadini”. Presto l’Ons costituirà al suo interno un comitato tecnico scientifico sulla digitalizzazione: “Avrà il ruolo di analizzare la letteratura, valutare cosa è disponibile in termini di innovazione tecnologica e di validarlo per lo screening”.
L’evento è stato anche un momento di scambio di buone pratiche. “Come federazione abbiamo a cuore che il sistema screening possa imparare l’uno dalla linea di screening dell’altro ed evolvere nel modo più innovativo possibile”, ha dichiarato Silvia Deandrea, presidente FASO. “La digitalizzazione è un tema importante da affrontare in modo trasversale. Momenti come questi sono importanti per diffondere la cultura dell’innovazione e della digitalizzazione a tutti i professionisti che afferiscono agli screening previsti dai livelli essenziali di assistenza”.
La trasformazione digitale è in atto su tutto il territorio nazionale, come ha spiegato Serena Battilomo, dirigente del ministero della salute: “L’Italia sta vivendo una grande trasformazione digitale in sanità. Non tutti conoscono l’importanza del FSE 2.0 nel quale è stata disciplinata la lettera d’invito allo screening. Nel lavoro che stiamo facendo è prevista l’alimentazione con gli altri documenti per accompagnare il percorso di screening. I dati del fascicolo verranno poi estratti e alimenteranno l’ecosistemsa dei dati sanitari, uno strumento che offrirà servizi di lettura sia ai servizi di screening, quindi alle Asl e alle regioni, sia agli stessi cittadini. Dall’altra parte, un’altra milestone sarà la partenza dell’anagrafe nazionale assistiti che consentirà di gestire la popolazione target che i centri di screening potranno invitare per aderire, così che tutti i cittadini abbiano le stesse opportunità di salute”.
Secondo Massimo Mangia, esperto di salute digitale e editor di salutedigitale.blog, l’innovazione può essere un veicolo per ripensare e migliorare l’efficienza della prevenzione. “L'obiettivo deve essere utilizzare le nuove tecnologie per migliorare l’adesione ai programmi di screening – ha dichiarato Mangia –, ma anche arrivare a una prevenzione personalizzata. L’innovazione è un driver che può cambiare le regole del gioco e modificare il modo con cui oggi svolgiamo la prevenzione che, seppur potenziata dal digitale, non ha ancora visto il pieno utilizzo delle nuove tecnologie”.
In Puglia Dedalus Italia è impegnata in prima linea nella rivoluzione digitale. "Stiamo lavorando sull’innovazione tecnologica, sviluppando nuove funzionalità e adottando nuove tecnologie per gestire correttamente la prevenzione e la presa in carico del paziente”, ha spiegato il Ceo Vincenzo Giannattasio Dell’Isola. “Applichiamo l’approccio One Health, cioè consideriamo non soltanto l’ecosistema umano, ma anche quello animale e ambientale, per integrare correttamente la prevenzione, riducendo quello che potrebbero essere gli impatti di epidemie e pandemie. Un’altra sfida sono i dati: la ricerca necessita di numeri. Uno dei problemi nel settore, infatti, è quello della standardizzazione e interoperabilità dei dati, per renderli fruibili sia in logica di prevenzione che di cura alle regioni e alle aziende sanitarie, nonché per la ricerca scientifica.
Pubblicato il 15 aprile 2025