Volti e storie della Resistenza

Regione Puglia e Osservatorio regionale sui neofascismi celebrano il 25 aprile

Anche per il 2023 l’Osservatorio regionale sui neofascismi onora e commemora la ricorrenza del 25 aprile.

Sono passati 80 anni da quando nel 1943 prese vita il grande movimento di ribellione di popolo della Resistenza. Un movimento a cui aderirono donne, uomini, giovani, ragazze e ragazzi, che rischiarono la vita e in migliaia la persero per liberare il nostro paese dalla dittatura fascista e nazista. Lottarono per un ideale che sognava libertà e giustizia sociale. Ideali resi realtà 5 anni dopo nella scrittura della Costituzione.

La commemorazione dell’Osservazione per onorare il 25 aprile ripercorrerà le storie di chi ha preso vita alla lotta di liberazione come partigiana o partigiano pugliese. Serve ed è importante far conoscere le singole storie per far comprendere cosa ha significato essere parte di una formazione diffusa che, pagando anche con la vita, ha restituito libertà e futuro democratico alla nostra nazione.

In continuità con quanto iniziato lo scorso anno l’Osservatorio traccia in particolare la memoria delle donne partigiane pugliesi che dalle varie province della nostra regione sono entrate nella Resistenza e sono diventate partigiane con varie e diverse cariche.

Antonella Morga, Coordinatrice dell'Osservatorio regionale sui Neofascismi della Puglia.

Le iniziative

L’Osservatorio sarà presente in tutte le celebrazioni che si svolgeranno nei diversi comuni della Puglia a fianco dell’ANPI, delle istituzioni, delle organizzazioni e delle associazioni democratiche e antifasciste.

L’ente regionale ha concesso il patrocinio alle iniziative che si terranno:

  • a Bari il 25 aprile alle 17:00 cerimonia organizzata dall’ANPI e dall’Osservatorio Regionale sui Neofascismi a memoria di Bruno Valle e Gianna Giglioli, assassinati dai nazifascisti
  • a Bari il 26 aprile alle ore 13.00 presso l’Università palazzo Ateneo, a cura delle associazioni studentesche Link, UDS, Zona Franka e Arci con l’evento “Il 25 aprile è divisivo?”
  • a Brindisi il 29 aprile alle ore 1700, a cura dell’ANPI provinciale, sezione Vincenzo Gigante, con lo scrittore Francesco Filippi con l’evento “Fascismi di ieri e di oggi, tra errori ed amnesie”

Le donne della Resistenza

Questa lista parziale di 40 nomi restituisce, pur nella incompiutezza delle ricostruzioni finora effettuate, un quadro della significativa partecipazione femminile alla guerra di Liberazione.

(Fonte: Ribelli per la liberta. Giovani di Puglia nella Resistenza antifascista, ed. Radici Future, Bari 2021)

Luigina Alfarano Sieve, Casarano (Lecce). Partigiana in Piemonte.

Adele Becchiumi («Tania»), Molfetta 1925. Divisione M. Flaim.

Anna Maria Bevilacqua, Corato (Bari) 1917. Partigiana in Emilia Romagna.

Clorinda Caboni, Bari 1891. Combattente nelle Formazione autonome Vai (Liguria).

Aida Caggiula, Parabita (Lecce).

Anita Teresa Carpino, Brindisi 1921. 113a brigata Garibaldi.

Vittoria Antiezarina Cavallo Gaeta («Vera»). Latiano (Brindisi) 1903. 107a brigata Garibaldi, Piemonte.

Elena Ciliberti, Polignano a Mare (Bari) 1916. Divisione Vicenza-brigata Silva.

Giulia Cigarini, Brindisi 1917. 1a Brigata Garibaldi, Lombardia.

Vittoria De Carolis, Fasano (Brindisi) 1912. 9a brigata SAP.

Angela Degno Vitrani («Mamma Vitrani»), Barletta 1903. Partigiana nella divisione autonoma Val Sangone.

Antonietta De Palma, Corato (Bari) 1902. III Divisione Alpi, servizio X.

Arcangela De Palma («Emily»), Corato (Bari) 1905. III Divisione Alpi, servizio X.

Isabella De Palma Tozzi, Corato (Bari) 1907. Partigiana a Roma nel Movimento cattolici comunisti.

Luisa De Palma («Primula»), Corato (Bari) 1912. III Divisione Alpi, servizio X. 

Rosetta Esposito, San Pancrazio Salentino (Brindisi), 1922. Staffetta in Piemonte.

Carmela Fava, Taranto 1923. Partigiana in Toscana, uccisa il 16 giugno 1944.

Dorina Fraccalvieri («Mary»), Santeramo in Colle 1925. 5a brigata SAP Rinetti.  

Gianna Giglioli, Bari. Partigiana in provincia di Vicenza.

Addolorata Greco Procacci, Brindisi 1920. Deportata nel lager femminile di Ravensbrück come detenuta politica.

Elena Guadalupi Paitan, Brindisi 1903. Combattente in Lombardia. 

Adriana Inglese Paloscia, Brindisi. Addetta alle comunicazioni nella Resistenza ligure.

Cordelia Lasorsa, Molfetta (Bari) 1919. Partigiana di Bandiera Rossa. 

Vincenzina Leo, Corato (Bari) 1920. 24a brigata SAP Bocca.

Filomena Maggi («Maggi»), Fasano (Brindisi) 1912. Gruppo Morettini – 6a divisione GL. 

Adele Mileo, Lecce 1907. Staffetta della 9a brigata Santa Justa a Bologna.

Amelia Mileo, Lecce 1901, sorella di Adele. Partigiana della 9a brigata Santa Justa a Bologna.

Anna Montanaro, Martina Franca (Taranto) 1916, combatte nelle file della 4a divisione Garibaldi

Giulia Mosco, Lecce.

Laura Pandiani, Taranto 1924.  Brigata GL Montagna a Bologna.

Lucrezia Piccarreta, Corato (Bari) 1913. Partigiana in Lazio.

Anna Maria Princigalli, Torino 1916 (da famiglia di Canosa). Partigiana nella Divisione Ossola M. Flaim.

Giuseppina Quinto («Concita»), Corato 1917. Partigiana nella 4a brigata SAP Godi. 

Maria Quinto, Corato (Bari) 1908. Partigiana nella 25a brigata SAP Gogliard.

Dina Ruggiero, Corato (Bari)  1928. Partigiana nella 19a brigata Garibaldi.

Maria Ruggiero, Corato (Bari) 1922. Partigiana nella 19a brigata Garibaldi.

Maria Santamato, Bari 1924. Sergente nella divisione Arditi Napoli in missione nell’Italia settentrionale.

Carmela Scrimieri, Novoli (Lecce).

Maria Teresa Spano, Melissano (Lecce).

Maria Teresa Sparascio, Caprarica del Capo (Tricase, Lecce) 1906. Staffetta della brigata Pablo a Langhirano.

Addolorata Tamburrini («Aida»), San Vito dei Normanni (Brindisi), 1926. Divisione GL brigata Mazzini, Piemonte.

Bianca Todeschini, Fasano (Brindisi) 1922. Brigata X Giornate in provincia di Brescia.

Carla Todeschini, Fasano (Brindisi) 1922. Brigata X Giornate in provincia di Brescia.

Diana Torrieri, Canosa (BAT) 1913. Staffetta di Giustizia e Libertà a Milano.

 

La storia di Angelo Valle e Giovanna Giglioli

(da un articolo di Massimiliano Desiante)

A Torre a Mare una via è intitolata ai due partigiani, morti lo stesso giorno dopo un rastrellamento tedesco: lei fu costretta ad assistere alla sua esecuzione e invocò la morte prima di essere deportata in Germania.

Amore e morte, cose quaggiù sì belle altre il mondo non ha, non han le stelle" scrive Giacomo Leopardi in un Canto del 1831. Morire per amore è con ogni probabilità il moto che in un dì di fine settembre 1944 induce Gianna Giglioli a invocare la sorte che qualche ora prima è toccata al giovane marito.

Morire per amore dell'amore, ma anche per amore di quegli ideali di libertà che Gianna e Angelo avevano condiviso nei mesi precedenti di lotta partigiana sulle montagne. Angelo Valle era nato a Bari da una modesta famiglia eppure aveva saputo farsi luce col suo talento conseguendo prima il diploma, poi la laurea, infine vincendo un concorso nelle Ferrovie dello Stato. Chiamato alle armi, sottotenente di complemento presso il 310° Fanteria, è di stanza a Rodi, nell'Egeo, quando all'indomani dell'Armistizio la guarnigione italiana è tratta prigioniera dalle forze naziste e inviata nei campi d'internamento sparsi per il Reich.

Internato in Polonia, Angelo evade e, in qualche modo, raggiunge l'Italia fermandosi nel vicentino dove con Gianna, giovane nativa di Reggio Emilia, "tra il dovere e la vergogna" scriverà anni dopo il fratello Vito, sceglie la lotta partigiana, arruolandosi nella Brigata Italia di cui diviene, in breve, comandante di distaccamento.

Sulle montagne porta con sé l'amata.  Un legame che nelle intenzioni dei due avrebbe dovuto essere per la vita, tanto che il 12 luglio Don Rubbi, ne celebra le nozze: uno dei tanti matrimoni che la storia della Resistenza segnala.

Sui loro sogni di felicità e di libertà, si abbatte qualche settimana dopo la guerra: i nazifascisti lanciano un feroce rastrellamento contro le postazioni partigiane e nonostante il tentativo di sganciamento dei combattenti per la libertà, non pochi sono fatti prigionieri. Tra loro anche Angelo e Gianna.

Angelo, presumibilmente in considerazione del suo grado, è sottoposto a interrogatorio che affronta, stando alle testimonianze, "con stoica fermezza vincendo anche l'angoscia della presenza della compagna". Il giovane combattente barese non parla, non collabora, non tradisce.

Quello stesso del 26 settembre, presso Carpinè, zona Monte Grappa, è fucilato insieme ad altri 25 compagni d'arme. La moglie, testimone impotente, assiste al martirio, lo vede cadere e con lui i propri sogni. 

Meglio la morte che questa vita, avrà pensato. Quella stessa sera, la giovane sposa, destinata alla deportazione in Germania, in grembo una creatura di quattro mesi, piuttosto che la lenta morte di un campo, lontano dall'uomo che ha amato, sceglie di condividerne la sorte. "Un desiderio di morir si sente" canta Leopardi, un desiderio accolto dai militari germanici che la conducono dinanzi ai fari di un'auto in moto scaricandole addosso piombo omicida. 

Angelo Valle e Gianna Giglioli, storia d'amore e di morte. Storia di giovani combattenti per la libertà che non vennero meno, in un'ora tanto grave, alle suggestioni della propria coscienza. Una storia incisa sulla pelle della città di Bari: nella lapide di Corso Vittorio Emanuele, nella strada che a Torre a Mare gli è dedicata. Una storia che il lavoro di ricerca dell'Istituto pugliese per la storia dell'antifascismo e dell'Italia contemporanea impegnato da tempo nell'ambito delle ricerche sul partigianato meridionale ha recuperato al fine di renderla alla comunità.

Guarda il video con la testimonianza di Maura Valle, nipote di Bruno Valle e Gianna Giglioli, a fine pagina.

_

Le altre storie di donne "resistenti"

Adele Mileo, «Lina», da Salvatore e Benedetta Tornese; nata il 7 marzo 1907 a Lecce. Nel 1943 residente a Bologna. Diploma di abilitazione magistrale. Casalinga.
Fu staffetta della 1a compagnia del 3° Battaglione dell'8a brigata Masia GL e successivamente militò nella 9a brigata S. Justa operando a Sasso Marconi.
Riconosciuta partigiana dal 15 aprile 1944 alla Liberazione.

Maria Teresa Sparascio, staffetta partigiana. Nata a Caprarica del Capo (Tricase), il 16 ottobre 1904 da Giacomo e Assunta Perrone. Il 24 settembre 1944 era in atto una perlustrazione nazifascista a Langhirano (PR). Maria Teresa Sparascio era in quel momento in mansarda con la figlia Maria d’Itria. Dopo aver riposto alcuni documenti che il marito le aveva affidato, era intenta a raccogliere degli indumenti e le scarpette della figlia minore poste ai piedi di una piccola finestra. Un milite tedesco, intravedendo un’ombra dietro quella finestra sparò un colpo di mitra ed un proiettile perforò il polmone sinistro di Maria Teresa Sparascio che cadde in un lago di sangue.

Giuseppina Urbano, di Lodovico e di Lucia Palombo. Nata a Trinitapoli il 3 maggio 1911. Riconoscimento della qualifica di Partigiana combattente della Commissione di 2° grado della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Sottosegretariato di Stato – Servizio Commissioni riconoscimento qualifiche ai partigiani. Residente a Verona. Inquadrata nella Brigata Avesani dal 1° giugno 1944 al 30 aprile 1945, operativa nel Veneto con incarichi di distribuzione armi e munizioni e porta ordini. Collaborò e si affiancò al marito Lanotte Michele, Maresciallo Maggiore dei Carabinieri, partigiano combattente ferito, allora comandante della stazione Carabinieri di San Pietro in Cariano (VR). Dopo la cattura di questi avvenuta da parte dei Tedeschi nella prima decade dell’ottobre 1943, continuava la sua attività di partigiana nascondendo armi e munizioni in diverse abitazioni. Pur avendo avuto per ben tre volte, durante l’occupazione tedesca, il marito arrestato e torturato dai nazi-fascisti e ferito in varie parti del corpo da raffiche di mitra dalle Brigate Nere e pur avendo avuto gettate sulla pubblica strada dai nazi-fascisti tutte le masserizie, non abbandonò mai la sua attività nella lotta di resistenza, fornendo notizie e armi. Pur essendo attivamente ricercata dalle autorità militari della Repubblica Sociale Italiana, non cessò la sua attività nella lotta di Resistenza fino alla data della Liberazione. Cfr. ASVr, Distretto Militare di Verona, Partigiane/Patriote, busta n° 4, fascicolo n° 237

Maria Stella in LIONETTI, di Giuseppe e di Frontino Sterpeta. Partigiana – DnL. Nata a San Ferdinando di Puglia, il 19 agosto 1919 e residente a Torino. Aderisce alla Resistenza, con compiti di informatrice e con il nome di battaglia “Merj”, nelle file della 5ª Brg. “Mazzini” della 7ª Div. Giustizia e Libertà dal 1° ottobre 1944 all’8 giugno 1945. Annotazione presente nella sua scheda personale: “Arrestata il 31 dicembre 1944 fino al 10 febbraio 1945 per stretta collaborazione con il comandante di polizia “Libellula”. Ha pagato £. 22.000 per avere la libertà più un paio di scarponi”. Operaia della Manifattura dei tabacchi. Sorella di Rosa e di Vincenzo. Cfr. BDPP – FRACR

Rosa Stella, di Giuseppe e di Frontino Sterpeta. Partigiana. Nata a San Ferdinando di Puglia, il 29 aprile 1923 e residente a Torino. Aderisce alla Resistenza, con compiti di staffetta e con il nome di battaglia “Rosa”, nelle file della 5ª Brg. “Mazzini” della 7ª Div. Giustizia e Libertà dal 1° ottobre 1944 all’8 giugno 1945. Annotazione presente nella sua scheda personale: “Processata e condannata a morte in contumacia dal Tribunale di Guerra di Torino per aver preso parte a strettissima collaborazione col Comandante “Libellula”. Operaia della Manifattura dei tabacchi. Sorella di Maria e di Vincenzo. Cfr. BDPP – FRACR

Angela Torrieri (nome d’arte Diana). Staffetta partigiana. Nata a Canosa, il 13 agosto 1913 e deceduta a Roma, il 26 marzo 2007. Militante del Partito d'Azione, nel 1943 entrò come staffetta in una formazione di "Giustizia e Libertà" e, nei giorni della Liberazione, fu ferita mentre si trovava vicina al Teatro "Piccolo" di Milano. Considerata una delle grandi interpreti del teatro italiano del Novecento, visse un'intensa carriera artistica, tra gli anni Trenta e Sessanta, al fianco di personaggi come Anton Giulio Bragaglia, Memo Benassi e Giorgio Strehler. Questa "signora del teatro", che ha vissuto i suoi ultimi anni con un vitalizio dello Stato, non è mai venuta meno al suo impegno democratico. Si allega foto. Cfr. htpp://www.anpi,it/donne-e-uomini/diana-torrieri/

Clementina Tenerelli, di Ubaldo e di Conte Antonietta. Partigiana combattente. Nata a Canosa, il 2 febbraio 1902. Combatte delle file del FMCR “Caruso”, dall’8 ottobre 1943 al 4 giugno 1944. Sorella di Vincenzina. Cfr. FRACR

Vincenzina Tenerelli, di Ubaldo e di Conte Antonietta. Partigiana combattente. Nata a Canosa, il 30 gennaio 1897. Combatte nel FMCR “Manfredi”. Combatte dal 1° ottobre 1943 al 4 giugno 1944. Sorella di Clementina. Cfr. FRACR

Michelina Antonia Grillo, di Michele. Nata a Barletta il 2 gennaio 1924. Partigiana combattente nei GAP Tolentino, dal 1° novembre 1943 al 30 giugno 1944 - Zona operazioni Marche. Cfr. FRACR

Angela Degno, partigiana combattente nel Comando della 43ª divisione ““Val Sangone – Sergio De Vitis” col nome di battaglia “Mamma Vitrani” nasce a Barletta il 25 giugno 1902. Nel 1924 sposa Michele Vitrani, nato anch’egli a Barletta il 1° gennaio1898, che sarà partigiano combattente nella 43ª divisione “Val Sangone – Sergio De Vitis” - Brigata “Ruggiero Vitrani”. Per lavoro si trasferisce a Torino dove nascono tre figli: Ruggiero, il 30 marzo 1925, partigiano combattente nella 43ª Divisione autonoma “Val Sangone – Sergio De Vitis” col nome di battaglia “Gero” e Vice Comandante della Brigata Giustizia e Libertà “Campana”, catturato il 14 gennaio 1945 a Villarbasse (TO) e incarcerato nelle carceri “Le Nuove” di Torino, condannato a morte e fucilato alla schiena il 16 gennaio 1945 al Poligono di tiro “Il Martinetto” a Torino, Medaglia d’argento al valor militare alla memoria; Pietro, il 26 novembre 1926, partigiano combattente nella stessa Divisione del fratello Ruggiero, ferito a una gamba in combattimento, catturato a Coazze (TO) e fucilato, il 3 dicembre 1944 a Giaveno assieme a 53 civili e ad altri 17 partigiani; Giuseppe Alberto, il 5 settembre 1928, partigiano combattente nella stessa Divisione dei fratelli e dei genitori, poi nella Brigata “Ruggiero Vitrani” e poi nella 24^ Brigata SAP “Rissone” col nome di battaglia “Berto”. Ad Angela Degno e alla sua famiglia è dedicata una fontana monumentale a Coazze (TO). Questa l’iscrizione sul monumento: “Alla famiglia Vitrani che di questa scelta suprema fu con l’impegno di tutti i suoi membri e con la morte di due suoi figli testimone esemplare. Coazze grata dedica 25 aprile 1980”.

Rosetta Esposito, nata a San Pancrazio Salentino il 23 gennaio 1922, era una maestra e viveva a Torino. Dal 10 settembre 1944 al 2 giugno 1945, col nome partigiano “Rosetta”, svolse il ruolo di staffetta informativa per la Divisione Matteotti “Renzo Cattaneo”, operativa sulle montagne intorno a Torino. Nel dopoguerra, la Commissione regionale piemontese per l’accertamento delle qualifiche partigiane le riconobbe la qualifica di Partigiana combattente

Filomena Maggi, fasanese, aveva 31 anni quando, il 24 settembre 1943 si unì ai partigiani di Giustizia e Libertà della 6ª Divisione Alpina, nel gruppo costituito da Raffaele Morettini all’indomani dell’armistizio, il 9 settembre. Col nome di battaglia “Maggi”, vi militò fino al 24 giugno del 1945, meritandosi la qualifica di Partigiana combattente.

Esterina Pignatelli, nata a Brindisi il 6 gennaio 1914, nel 1944 viveva a Genova, dove dall’ottobre del 1943 il partito comunista aveva formato i primi nuclei dei Gruppi di Azione Patriottica (G.A.P.), autori di numerose azioni di sabotaggio in città. Il 15 gennaio del 1944, Esterina entrò a far parte della Squadra di Azione Patriottica “Buranello”, della 292ª Brigata Garibaldi, guidata da Luciano Badino (“Athos Zola”), operativa nel quartiere operaio di Sampierdarena. Assunse il nome di battaglia “Clara” ed il grado di «Partigiana G.A.P. dist.[accamento] all. navi», operando in clandestinità fino al 1° luglio 1944. Nel dopoguerra la Commissione regionale ligure le riconobbe la qualifica di Partigiana combattente.

 

Le fonti provengono dalle diverse sedi provinciali dell’Anpi, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.

Pubblicato il 24 aprile 2023