Puglia Fishstyle

Progetto di comunicazione e informazione per migliorare lo stile di vita del consumatore pugliese, attraverso il maggiore consumo del pescato locale - Puglia Fishstyle
FEAMP PO 2014-2020 - Priorità n. 5 - Favorire la commercializzazione e la trasformazione -  Misura 5.68 Misure a favore della commercializzazione  (Art. 68 del Reg. UE n. 508/2014). Partner:

  • Regione Puglia - Sezione attuazione dei programmi comunitari per l'agricoltura e la pesca; 
  • Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale - ARPA Puglia;
  • Centro Internazionale di Alti Studi agronomici mediterranei - Istituto agronomico mediterraneo di Bari - CIHEAM Bari; 
  • Struttura speciale di Coordinamento Health Marketplace della Presidenza della Regione Puglia - Apulian Lifestyle.

L’obiettivo generale del progetto è sostenere e valorizzare le caratteristiche del pesce locale pugliese, sia fresco che trasformato, anche in base alla qualità ambientale delle zone nelle quali è stato pescato, attivando una serie di iniziative di valutazione, presentazione, informazione che siano in grado di accrescerne i consumi.  Gli obiettivi specifici di progetto sono:

  1. Caratterizzare dal punto di vista delle caratteristiche biologiche, chimiche e nutrizionali, le specie ittiche pescate dalla marineria pugliese, con particolare riferimento a quelle attualmente sottoutilizzate e poco valorizzate; 
  2. Evidenziare le relazioni tra la qualità ambientale delle aree di pesca sfruttate in Puglia e la qualità dei prodotti ittici;
  3. Presentare e informare dei risultati i Soggetti interessati al fine di accrescere i consumi di pesce locale in Puglia, soprattutto in riferimento a specie sottoutilizzate; 
  4. Sviluppare azioni di marketing territoriale, attraverso presidi fissi e campagne finalizzate a migliorare l’immagine dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura pugliese. 

Il consumo di pesce, in Italia come nel resto del mondo, è andato progressivamente aumentando, soprattutto negli ultimi anni, anche grazie all’aspetto salutistico che medici e nutrizionisti attribuiscono ai prodotti ittici. Tali prodotti rappresentano nella dieta dell’uomo un’importante fonte di elementi minerali, di proteine di elevato valore biologico ma soprattutto di acidi grassi polinsaturi omega 3 (o n- 3), per alcuni dei quali (l’acido eicosapentaenoico - EPA ed il docosaesaenoico - DHA) i prodotti ittici sono l’unica fonte alimentare significativa.

Gli acidi grassi citati entrano nella costituzione delle membrane 
cellulari dell’uomo, sono essenziali per lo sviluppo cerebrale e della retina ma soprattutto migliorano la fluidità del sangue prevenendo la formazione di trombi, oltre a svolgere, inoltre, importanti funzioni nelle reazioni infiammatorie e non solo; per questi motivi, Medici e Nutrizionisti consigliano il consumo di pesce almeno 2 volte la settimana. 
A tal proposito, l’evoluzione del rapporto fra operatore ittico e consumatore conduce alla necessaria configurazione di metodiche di misura e di valorizzazione dei prodotti della pesca che rendono indispensabile una corretta gestione della filiera produttiva, nel rispetto delle caratteristiche qualitative del prodotto, della sostenibilità ambientale e delle potenzialità operative sia delle pratiche di pesca tradizionali che di quelle tecnologicamente avanzate.

Valorizzare le produzioni e le risorse vuol dire innanzitutto comprendere la loro biologia, conoscere i loro aspetti nutrizionali, le loro caratteristiche organolettiche, la loro salubrità (sicurezza d’uso) ed essere informati circa la loro consistenza (in termini di abbondanza) nonché sull’ambiente in cui vivono. Promuovere i prodotti ittici significa, quindi, attivare 
le corrette procedure di marketing territoriale che, attraverso presidi fissi e campagne finalizzate a migliorare l’immagine dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura, siano in grado di sostenere il settore ittico e svilupparne le potenzialità e la diversificazione, favorendone l’accesso a nuovi mercati. 

L’importanza di attivare un corretto percorso di valorizzazione delle produzione spostando la domanda verso specie poco conosciute, o meglio, poco valorizzate, vuol dire, indirettamente, indurre gli operatori della pesca a limitare la cattura di specie “medio-pregiate” (come merluzzi, sogliole, triglie etc.), il cui eccessivo sfruttamento determina attualmente una notevole riduzione degli stock, ma vuol dire soprattutto ridurre gli sprechi rappresentati dallo “scarto”, che comprende anche pesci di specie poco conosciute ma potenzialmente di buona qualità per il consumo umano. 

Per quanto riguarda il territorio pugliese, la ricchezza delle ricette basate sul pescato, spesso utilizzando il così detto pesce povero, nonché l’uso di echinodermi, molluschi e cefalopodi consumati preferibilmente crudi, vanno a contribuire a un tipo di dieta che secondo i ricercatori nel settore biomedico e nutrizionistico consente alla popolazione di essere longevi e in buona salute (come osservato da studi epidemiologici riferiti anche ad altre aree geografiche), e che dunque deve essere supportata con campagne di sensibilizzazione. 

Il progetto proposto vuole dunque sostenere e valorizzare le caratteristiche del pesce locale, sia fresco che trasformato, anche in base alla qualità ambientale delle zone nelle quali è stato pescato, attivando una serie di iniziative di valutazione, presentazione e informazione che siano in grado di accrescere i consumi di pesce locale (in famiglia, nelle mense comprese quelle scolastiche, nella ristorazione, ecc.) soprattutto in riferimento a specie sottoutilizzate, introducendo nuovi concetti alimentari e nutrizionali.