Indietro Il "cumulo alla rinfusa" e le modifiche del correttivo al codice dei contratti

Il "cumulo alla rinfusa" e le modifiche del correttivo al codice dei contratti

Il recente correttivo al Codice dei contratti pubblici (d.lgs. n. 209/2024)  ha introdotto significative modifiche alla disciplina del "cumulo alla rinfusa" per i consorzi stabili, disciplinati dall’art. 65, co. 2, lett. b) del codice. Questo istituto giuridico, che consente ai consorzi di avvalersi dei requisiti delle imprese associate per partecipare alle gare d'appalto, è stato a lungo oggetto di dibattito giurisprudenziale. Una parte della giurisprudenza riteneva che il cumulo fosse limitato a specifici requisiti, mentre un'altra lo estendeva a tutti i requisiti tecnico-professionali ed economico-finanziari.

Il nuovo codice aveva inizialmente chiarito che il cumulo poteva essere applicato a tutti i requisiti di natura tecnico-professionale ed economico-finanziaria.

Tuttavia, il correttivo è intervenuto a modificare nuovamente la situazione, soprattutto per quanto riguarda gli appalti di lavori. In particolare:

  • Appalti di servizi e forniture: Il cumulo è ancora consentito in modo ampio, indipendentemente dal fatto che le consorziate siano designate come esecutrici o meno.
  • Appalti di lavori:
    • Esecuzione diretta da parte del consorzio: Si può cumulare i requisiti del consorzio con quelli delle consorziate.
    • Esecuzione tramite consorziate designate: I requisiti devono essere posseduti e provati direttamente dalle consorziate, senza possibilità di cumulo. L'unica alternativa è l'avvalimento.

Questa nuova disciplina ha suscitato perplessità in dottrina e prassi, in quanto introduce una complessità normativa che potrebbe rendere più difficile la partecipazione dei consorzi stabili alle gare d'appalto. Resta da vedere come la giurisprudenza interpreterà le nuove disposizioni e quali saranno gli effetti pratici di queste modifiche

Pubblicato il 23 gennaio 2025